Un presentatore egiziano viene condannato a un anno di prigione per aver intervistato un omosessuale
GAYLES.TV.- Al presentatore egiziano Mohamed al Ghaity di cui è accusato “disprezzo della religione, dissolutezza e propaganda dell’omosessualità”. Come riportato EFE, per tutte queste accuse un tribunale egiziano ha condannato il conduttore del programma “Sah al Num” (sveglia!) a un anno di prigione, una multa di 3.000 sterline egiziane, che equivalgono a circa 168 dollari, e un anno di sorveglianza per aver invitato un giovane omosessuale al programma.
Al Ghaity è stato denunciato dall'avvocato egiziano Samir Sabry alla Procura Generale poiché, a discrezione del denunciante, il presentatore sarebbe responsabile “contraddicono le regole e i pilastri religiosi più elementari e ignorano completamente le leggi”. Sempre secondo Sabry la conduttrice quando si rivolge al giovane gay “Ha iniziato a fare un sacco di domande ed erano tutte sporche e di basso livello” aggiungendo che "Le risposte in diretta sono state tutte ancora peggiori e non possono essere trasmesse in televisione o altri media".
Se andiamo alle fonti che hanno generato questo conflitto, cioè al programma, i fatti sono stati i seguenti: nell'agosto dello scorso anno, un giovane la cui immagine era pixelata e che, di conseguenza, non poteva essere identificato, è stato invitato al programma di Al Ghaity per parlare della sua vita da prostituta e più specificatamente della sua relazione con un uomo originario di un paese del Golfo Persico. Il giovane ha risposto a domande del tipo: «Sei entrato nel mondo della prostituzione da uomo? Sei stato desiderato? o qual era il tuo prezzo?. Ed è proprio su questo che si basa l'accusa di Sabry, considerata la conduttrice “cominciò a menzionare i guadagni economici che l’omosessuale otteneva dalle pratiche dell’omosessualità”, Stavo facendo "un appello a diffondere la dissolutezza”. Queste sono proiezioni e altre sciocchezze.
Il fatto è che dopo la messa in onda del programma, è stato sospeso per due settimane dalla Consiglio supremo per la regolamentazione dei media a causa di “violazioni ripetute del canale”. Poi la denuncia arriverebbe alla conduttrice.
La cosa più sorprendente di questo caso è questa L’omosessualità non è attualmente criminalizzata in Egitto. Ma i membri del collettivo LGTBI sono perseguitati e puniti applicando leggi come quelle che penalizzano la “dissolutezza” o la “prostituzione”. Le pene in questi casi possono arrivare fino a 3 anni di reclusione.
fonte: lavanguardia.com, public.es
fotografia: Reuters, eldiario.es
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