La Russia condanna 6 omofobi neonazisti

La Russia condanna 6 omofobi neonazisti

GAYLES.TV.- Questo titolo è molto breve e, a quanto pare, un eufemismo. Breve perché 6 ci sembrano pochi, perché ci sarebbe piaciuto tanto titolarlo “In prigione, cazzo” e questa non è la nostra linea editoriale e sembra un eufemismo parlare di omofobia perché quello che fanno queste persone va ben oltre, sono torturatori, assassini, nazisti dichiarati e fino ad ora hanno agito con relativa libertà sotto l'ombrello della legge contro la propaganda omosessuale.
Maxim Martsinkevich (Occupy Pedofilyaj) Gayles.tv

L’impudenza, l’estrema violenza e l’audacia con cui ostentano i loro crimini hanno costretto le autorità russe a smettere di chiudere un occhio e iniziare ad agire. Al momento gli arresti sono 6 e tutti fanno parte del famigerato gruppo “Occupiamo la pedofilia” che è stata fondata nel 2011 dal neonazista russo Maxim MartsinkevicAnche noto come Tesak (machete in russo). Martsinkevich sta attualmente scontando una condanna a 5 anni per “incitamento all’odio etnico e sociale” dopo essere stato arrestato a Cuba dall’Interpol ed estradato in Russia.

L'accusa del suo arresto nasce dalla registrazione di un video realizzato in Ucraina in cui umiliava e torturava un giovane iracheno fino a costringerlo a confessare la sua omosessualità. Al termine del video il torturatore brandiva un manganello della polizia e copriva la telecamera lente con un cartello con scritto “senza violenza” mentre si sentivano le urla strazianti del giovane gay. Demente.russia_nazi_band

Dementi sono stati tutti i misfatti di questi individui che, sistematicamente, hanno postato su Internet le immagini dei loro attacchi come se fossero trofei. Sicuramente tutti ricorderemo quelle di un giovane di origine uzbeka in mutande con i capezzoli dipinti di rosso e un vibratore in mano. Lo hanno dipinto, violentato con un vibratore, torturato, urinato addosso e infine pugnalato a morte. Hanno poi caricato le immagini sui social network senza il minimo timore di mostrare i loro volti.

_nazi_band_russia Gayles.tv

Da anni la ONG “Alleanza per i diritti umani nello spettro” ha più volte denunciato questo tipo di crimini alle autorità russe, rammaricandosi che “le forze dell'ordine di Putin sembrano condonare totalmente queste azioni” secondo le dichiarazioni di Valentin Degtyarev, medico e attivista per i diritti umani che, dopo aver sporto denuncia alle autorità competenti, è stato vittima insieme alla madre 72enne di minacce di morte e persecuzioni.

Per tutti questi motivi, qualunque sia la pena che verrà applicata a questi bastardi, siamo felici per la comunità LGTBI russa che potrà respirare un po’ più facilmente senza il timore di essere identificata, detenuta, estorta o torturata.

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