Parigi NON era una festa

Parigi NON era una festa

NOTIZIE.- Parigi non era una festa, Parigi non era una festa. Perché non dovrebbe mai essere una festa in cui 70.000 persone, secondo la polizia, 500.000 secondo gli organizzatori, (è già noto che in questi casi l'unica cosa che balla sono i numeri), manifestano contro i diritti degli altri, contro i diritti dei loro concittadini.

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Ancora una volta le strade della capitale francese si sono riempite di striscioni e proclami omofobi. La famigerata lobby “Manif pour Tous”, istituito per impedire l'approvazione del matrimonio omosessuale ed è composto da associazioni familiari e anti-aborto, associazioni cattoliche e militanti di estrema destra, chiede oggi l'abolizione dei diritti LGTBI già riconosciuti dal Parlamento francese.

Intendono, non solo impedire l'adozione da parte di coppie omosessuali o negare l'inseminazione artificiale alle coppie lesbiche, ma negare il diritto dei cittadini francesi di ricorrere all’inseminazione surrogata, popolarmente conosciuta come “maternità surrogata”, al di fuori dei confini francesi. Questa pratica è già vietata in Francia, come in Spagna, ma c'è chi ricorre nei Paesi in cui è consentita e poi chiede la regolarizzazione della filiazione in territorio francese.

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Ancora una volta la famosa frase “abbaiano, poi cavalchiamo” ha senso. Per molti anni la Francia è stata un modello di tolleranza e libertà e oggi le diamo lezioni dall'altra parte dei Pirenei.
Come scrisse una volta Ernest Hemingway, “Parigi non sarebbe più stata la stessa, anche se era ancora Parigi”.

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