National Geographic il pasticcio

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Polemica sulla copertina del numero di gennaio del “National Geographic” dove appare una bambina transgender di 9 anni

GAYLES.TV.- La prestigiosa pubblicazione di scienza, viaggi e natura "National Geographic" ha fatto la storia decidendo di dedicare il numero di gennaio al tema dell'identità di genere. Ciò che ha focalizzato il fulcro delle discussioni è stata la comparsa in copertina di Avery Jackson, una bambina transgender di 9 anni che all'età di 6 ha detto ai suoi genitori che si sentiva una ragazzina nonostante fosse nata con genitali maschili. I genitori della piccola Avery hanno deciso di farla visitare da uno psicologo. Il direttore di Missouri Transgender Institute, Caroline Gibbs, si è rivolto ad Avery con una domanda ben precisa: "Sei un maschio o una femmina?" al che, senza esitazione, Avery ha risposto: “Sono una ragazza, lo sono e basta”. Da lì, i suoi genitori hanno deciso di darle il loro sostegno assoluto in relazione al genere sentito dalla loro figlia.

Avery Jackson

Proprio l'integrità e la semplicità con cui Avery ha espresso i suoi sentimenti l'hanno resa un vero simbolo per la comunità LGTBI, soprattutto per i minori transessuali di tutto il mondo. Di Susan Goldberg, redattore capo del National Geographic, sorpreso dalla polemica generata dalla presenza di Avery sulla copertina della pubblicazione, spiega che “Avery, così sicura delle sue decisioni, è la persona ideale per simboleggiare le nuove discussioni sul genere. Ecco perché abbiamo deciso di metterlo in copertina." Ma questa decisione non è piaciuta a tutti altrettanto bene perché, da quando è stata resa pubblica, i social network hanno fatto eco alle opinioni di migliaia di persone e non sempre sono state positive: “Alcuni sono stati orgogliosi e sono stati grati che abbiamo parlato apertamente a questo proposito. Altri, invece, si sono infuriati e hanno addirittura deciso di cancellare l’abbonamento alla rivista”.

Lontane dall'apertura mentale della rivista e dall'ambiente che ha permesso ad Avery di sentirsi finalmente quella che è, una ragazza felice, sono le opinioni espresse da Il Vaticano tramite il suo sito web ufficiale “Infovaticana.com”. Contiene le opinioni apparentemente oggettive del Collegio Americano dei Pediatri (lo stesso che pubblicò un documento dal titolo “L’ideologia di genere danneggia i bambini”). Il presidente dell'associazione, Michelle Cretella, afferma che “l’uso prolungato di una tale quantità di ormoni per provocare il cambiamento di sesso espone questi bambini al rischio di soffrire di problemi cardiovascolari, malattie cardiache, diabete o cancro”. Dai, Cretella non è affatto allarmista…

Avery Jackson National Geographic

Naturalmente il Vaticano insiste sulla sua teoria dell'“ideologia di genere” quando sul suddetto sito si legge: “Quanto pubblicato dal National Geographic è un altro esempio della campagna - promossa da organizzazioni internazionali come l'ONU - a favore della normalizzazione del genere l'ideologia di genere e tutto ciò che viene chiamato "LGTB". Con l'idea, ovviamente, di plasmare i bambini. Insomma, sono venuti a parlarne “abuso minorile istituzionalizzato”. Il clero parla di “abuso istituzionalizzato sui minori”, per l'amor di Dio!

Solo curiosità: l'ottavo comandamento è ancora “non dire falsa testimonianza e non mentire”? Perché nella versione vaticana qualcosa non quadra: «Va precisato che i genitori della bambina transessuale hanno spiegato che tutto è iniziato quando il figlio ha chiesto loro di acquistare un costume da principessa. Accettarono e presto arrivarono altri vestiti, camicie da notte, scarpe... finché non iniziarono a trattarla come una ragazza. Dello psicologo e simili sembrano essersi dimenticati... sì, ci siamo imbattuti nel clero!

Fonti: La Vanguardia, infovaticana.com

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Un parere su"National Geographic il pasticcio"

  1. Penso che la Chiesa e il Vaticano siano i meno indicati in materia di sessualità. Perché non ho detto che il 90% dei preti sono gay e pedofili? Ricordo tanto che ci ha insegnato in chiesa la mia nonna, molto cristiana, avevo 10 anni quando facevo la prima comunione e poi da chierichetto, e a quell'età un padre molto stimato da tutti abusò di me e io tirai fuori l'argomento, non mi credevano. Posso credere in un Dio ma in un altro essere umano ne dubito. Moriamo tutti assolutamente, quindi nella vita non c'è nessuno che possa superarlo, quindi siamo tutti semplici mortali

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