Mariela Castro lotta a Cuba per i diritti LGTBI

Mariela Castro lotta a Cuba per i diritti LGTBI

NOTIZIE.- La situazione della comunità LGTBI a Cuba è una questione complessa che cade facilmente nei cliché per mancanza di conoscenza. Negli anni '60 e '70 l'omosessualità sull'isola veniva stigmatizzata a tal punto molti gay finirono per essere “rieducati” nei campi di lavoro. Nel migliore dei casi, era loro vietato esercitare alcune professioni come la medicina o l'insegnamento.

La popolazione cubana nel suo insieme ha una mentalità marcatamente omofobica che, fondamentalmente, affonda le sue radici in due questioni. Da un lato ci sarebbe l’eredità culturale generata nel periodo della colonizzazione spagnola in cui permea il pensiero cattolico più reazionario; machismo, transfobia e razzismo sono il lato più oscuro di quell’eredità. D’altro canto, la situazione della Cuba prerivoluzionaria, una sorta di paradiso del gioco d’azzardo e della prostituzione per stranieri, lascia nella memoria collettiva l’idea dell’omosessuale come imbroglione, come individuo dal comportamento vizioso incompatibile con l’idea rivoluzionaria ideale.

Fortunatamente questa situazione sta cambiando e i diritti dei cittadini LGTBI stanno vivendo un momento di profonda trasformazione.
Mariela Castro, direttrice del Centro Nazionale per l'Educazione Sessuale e figlia del presidente ad interim Castro, sorride durante un evento all'Avana
Questa stessa settimana il giornale Il “New York Times” ha pubblicato un’intervista a Mariela Castro, figlia di Raúl Castro e nipote del leader rivoluzionario Fidel. Nel maggio del 2007 Mariela, che si definisce eterosessuale, scese in piazza all'Avana seguita da un folto gruppo di travestiti che sventolavano bandiere arcobaleno. Quella manifestazione segnò l’inizio di un cambiamento nelle condizioni di vita non solo della comunità LGTBI, ma anche di altre minoranze dell’isola che cominciarono a far sentire la propria voce.

Mariela è una rappresentante dell'Assemblea Nazionale cubana e dirige il Centro Nazionale per l'Educazione Sessuale. Lei e sua madre, Vilma Espín, ora deceduta, lavorarono a titolo personale per cambiare la mentalità dei fratelli Castro riguardo alle minoranze sessuali. Ciò ha portato alla fine della persecuzione ufficiale dieci anni fa, ma non è riuscito a uscire dall’ombra o a liberarsi dello stigma. Nonostante tutto, sono stati raggiunti risultati, come il fatto che il governo facilita gli interventi chirurgici di riassegnazione del sesso e i trattamenti ormonali sostitutivi per le persone transgender. Approvato anche un nuovo codice del lavoro che tutela gli omosessuali.

Mariela_Castro_2010_Amburgo

Sull’isola non è tutto oro quello che luccica in termini di diritti LGTBI, ci sono scontri tra diversi settori attivisti LGTBI e c’è molta strada da fare fino alla totale uguaglianza dei diritti, ma crediamo che i miglioramenti siano già un dato di fatto e Quello La recente svolta politica nelle relazioni con Washington contribuirà ad accelerare questo processo.

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