I “test sull’omosessualità” vietati dall’Ue

I “test sull’omosessualità” vietati dall’Ue

NOTIZIA.-  Martedì la Corte di giustizia dell’Unione europea (CGUE) si è pronunciata sui test che i richiedenti asilo dovevano superare a causa dell’orientamento sessuale.

Si ritiene che coloro che nella loro domanda adducono un rischio di persecuzione nei loro paesi di origine a causa della loro omosessualità, in nessuno degli Stati membri non possono essere sottoposti a interrogatori approfonditi sulle loro pratiche sessuali, dato che ciò violerebbe i diritti fondamentali garantiti dalla Carta. Il diritto dell’Unione comprende in particolare “il diritto al rispetto della dignità umana e il diritto al rispetto della vita privata e familiare”. Lo specifica la specifica sentenza "gli interrogatori sui dettagli delle pratiche sessuali del ricorrente sono contrari ai diritti fondamentali garantiti dalla Carta e, in particolare, al diritto al rispetto della vita privata e familiare."

L’omosessualità-causa-di-asilo-in-Europa

 Già l'anno scorso era stato stabilito che gli omosessuali extracomunitari godevano del diritto allo status di rifugiato nell'UE se il loro orientamento sessuale è causa di persecuzione e reclusione nel loro paese di origine.

 La disperazione vissuta da alcuni ricorrenti li ha portati a proporre volontariamente di sottoporsi ad eventuali “esami” che avrebbero dimostrato la loro omosessualità o addirittura alla presentazione di registrazioni video dei loro atti intimi. come prova della veridicità del motivo delle proprie richieste. La Corte di Giustizia ha respinto l’accoglimento di questo tipo di prove, sostenendo che “oltre al fatto che questi elementi non hanno necessariamente valore probatorio, essi possono minare la dignità umana, il cui rispetto è garantito dalla Carta. Inoltre, autorizzare o accettare questo tipo di prove avrebbe un effetto incentivante sugli altri richiedenti e equivarrebbe, di fatto, a imporre loro questo tipo di prove", si legge nella sentenza.

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