Letteratura gay, identità o ghetto?

Letteratura gay, identità o ghetto?

Fino a che punto possiamo parlare letteratura gay Che un testo sia scritto da un individuo omosessuale è un dibattito che spetta ai filologi. In fin dei conti nessuno parla di letteratura eterosessuale o di letteratura maschile. Ma la verità è questa oltre i libri di saggistica che si occupano di questioni LGBT, dell'esistenza di romanzi, di poesia e di teatro protagonisti dello stesso sesso che esprimono i loro sentimenti d'amore, attrazione o desiderio permette di riconoscersi allo specchio del testo e di immedesimarsi nelle trame e che copre un'esigenza che potremmo quasi definire terapia, il fatto di raccontarsi e vedersi narrati e quindi riconosciuto.

I grandi temi della letteratura sono universale e l'integrazione, la normalità, avviene quando un eterosessuale, legge carola de Patricia Highsmith o De Profundis de Oscar Wilde, si emoziona e identificarsi con il testo allo stesso modo in cui qualunque lettore, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, può fare propri i versi di Romeo e Giulietta.

I testi gay sono un dato di fatto, ci sono e ci sono anche le librerie specializzate. Da qui vogliamo spezzare una lancia a favore di quelli biblioteche che resistono nei momenti di profonda crisi delle vendite. Non sono solo un altro business, offrono un servizio di consulenza e in alcuni casi anche di editing. Sosteniamo queste istituzioni prima che siano costretti a chiudere e che sia troppo tardi per non vederli.

Montse Trillo, direttore dei contenuti di Gayles.tv

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