Leelah non è morta invano

Leelah non è morta invano

NOTIZIE.- Il 5 gennaio abbiamo pubblicato una notizia molto triste, in cui si parlava del suicidio di Leelah Alcorn, una ragazza transessuale di 17 anni nata come Josh Alcorn nell'Ohio. I suoi genitori, cristiani evangelici, non accettavano ciò che Josh sentiva una ragazza intrappolata nel corpo di un ragazzo. Non solo si sono rifiutati di darle sostegno e di ascoltarla, ma l’hanno anche costretta a frequentare terapie di “conversione transgender” che hanno posto fine alla sua vita. La pubblicazione, che potete rileggere seguendo il link “Il suicidio di Leelah Alcorn”, è stato visto da più di 33.000 persone nonostante la sua lunghezza, dato che include il biglietto di suicidio che Leelah ha lasciato scritto per i posteri.
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Poche ore prima di lasciare il quartiere residenziale di Kings Mills e dirigersi verso l'Interstate 71 dove finirà la sua vita sotto le ruote di un camion, Leelah ha scritto una frase sul suo account Tumblr che risuona come uno slogan: “La mia morte deve significare qualcosa”. Leelah è morta confidando che un giorno i transessuali sarebbero stati trattati con gli stessi diritti degli altri esseri umani e che i loro sentimenti sarebbero stati rispettati.
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Dopo la sua morte l'hashtag #LeelahAlcorn Ha inondato le reti, ma non basta, la causa di Leelah non può limitarsi a un hashtag che sopravviverà per un po' e verrà inghiottito dalla marea di novità su internet. Per questo motivo la community dei “gamer” ha deciso di rendergli omaggio creando una serie di giochi che mettono in discussione gli stereotipi di genere. La scelta non è casuale perché per Leelah i manga, le comunità trans su internet e i videogiochi erano la sua via di fuga, sognava addirittura di sviluppare i propri giochi.
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Il progetto, che ha uno scopo di beneficenza a sostegno delle organizzazioni per i diritti dei transessuali e dei transgender, prende il nome #JamForLeelah, un'iniziativa lanciata un mese fa da Matt Boucher e Kara Jayne con un’idea molto chiara, educare alla diversità giocando. Il risultato è una raccolta di diversi giochi che insieme mettono in discussione una realtà binaria che ci limita. Troviamo forme che non si adattano ai loro schemi, altre che ci permettono di “personalizzare” l'aspetto e l'identità dei loro personaggi, fantasie che ci guidano attraverso una transizione di genere e persino ragazze trans che nei sogni si trasformano in personaggi magici.

Leelah non potrà più giocare a questi giochi, ma ci sono innumerevoli giovani trans che continuano ad aver bisogno del nostro aiuto per poter vivere una vita dignitosa. Per loro, per Leelah, giochiamo.

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