La Giustizia di Siviglia contro la discriminazione nei confronti di una famiglia omogenitoriale

La Giustizia di Siviglia contro la discriminazione nei confronti di una famiglia omogenitoriale

Nel corso del mese di settembre 2011, a coppia omosessuale di Siviglia, come ogni coppia di genitori preoccupati per l'educazione dei propri figli, ha avviato le relative procedure per l' il percorso scolastico di tuo figlio per l'anno accademico 2012-2013. Decidono di candidarsi per un posto presso la Scuola Yago di Castilleja de la Cuesta (Siviglia), un asilo nido privato e laico e successivamente una scuola bilingue (una tendenza molto attuale nel mondo dell'istruzione). I genitori hanno espresso la loro omosessualità, famiglia omogenitoriale fin dal primo momento.

La risposta del direttore delle ammissioni della scuola è stata che "Non potevo riservare loro un posto a scuola, poiché avevano pochi posti e hanno ricontattato la scuola nel settembre 2012″. Nel febbraio 2012, la coppia ha contattato la scuola in vista della possibile scolarizzazione del minore e il direttore delle ammissioni ha detto loro che il corso per bambini era completo. Tuttavia, "la realtà è che nel febbraio 2012, dei 41 posti autorizzati per l'Educazione della Prima Infanzia di tre anni dal Ministero dell'Istruzione, almeno tre erano gratuiti", poiché 22 alunni si erano iscritti perché avevano dei fratelli al centro ed altri 17 erano stati ammessi fino a quella data senza avere tale preferenza, percorso di accesso/punteggio extra precisa la Procura.

Pertanto, la Procura ha potuto concludere che sia il direttore che il responsabile delle ammissioni presso il centro educativo hanno subito un violazione dell'articolo 512 del codice penale, che sanziona chi, nell'esercizio della propria attività professionale, nega a una persona un beneficio cui ha diritto a causa della sua ideologia, religione o convinzioni, del suo sesso, del suo orientamento sessuale, della sua situazione familiare o della sua disabilità. Il pubblico ministero aggiunge nella sua qualificazione che i due imputati "Avevano deciso di non ammettere il minore visto lo status dei suoi genitori come famiglia omogenitoriale.«, per cui chiede per ciascun imputato la pena di un anno di interdizione dall'esercizio delle funzioni di insegnante, amministratore o direttore di centri educativi. Oltre a una multa di 30.000 euro a titolo di risarcimento ai genitori dello studente, di cui dovrà farsi carico il centro educativo.

Sembra che a poco a poco la giustizia rimette tutti al loro posto e smaschera coloro che, a causa della loro chiusura mentale, Non sono qualificati per educare le generazioni future nei valori che la società moderna richiede, valori come l’uguaglianza, il rispetto, la cooperazione, la generosità.

Via La Vanguardia

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