La Corte Suprema vieta le bandiere LGBTI negli edifici pubblici

Consiglio Comunale di Barcellona La Corte Suprema vieta le bandiere LGBTI negli edifici pubblici

Un altro attacco frontale alla libertà di espressione: una sentenza dell'Alta Corte spagnola impedisce l'affissione di qualsiasi tipo di simbolo non ufficiale. Cosa accadrà il prossimo 28 giugno? I Comuni oseranno sfidare la Corte Suprema?

Gayles.tv.- Il Corte Suprema vieta l'uso di bandiere non ufficiali al di fuori del edifici pubblici sulla base di una sentenza relativa all'esposizione della bandiera tricolore delle Canarie nel municipio di Santa Cruz de Tenerife nel 2016. Una sentenza che apre anche la strada affinché le pubbliche amministrazioni non possano appendere altri simboli non ufficiali, come il Bandiera LGBTI.

Bandiera-LGBTI-Municipio-MadridÈ vietato l'uso di bandiere non ufficiali che "concordano con la bandiera della Spagna".

Inoltre, gli effetti della risoluzione della sentenza non solo rimangono qui, ma impediscono anche l'uso di bandiere non ufficiali che "concordano con la bandiera della Spagna e altre bandiere legali o istituite per legge". La terza sezione della Corte Suprema afferma che il suo utilizzo “non è compatibile con l'attuale quadro costituzionale e giuridico e, in particolare, con il dovere di obiettività e neutralità delle pubbliche amministrazioni”.

La sentenza, di cui il magistrato è stato relatore Celsa Pico, sottolinea che tutte le amministrazioni, compresa quella comunale, devono rispettare l'ordinamento giuridico, "senza che quanto concordato, anche se votato dalla maggioranza dei gruppi politici, possa essere inglobato nel quadro giurisdizionale stabilito dall'articolo 25 della legge 7/1985, del 2 aprile, Regolatore delle basi del regime locale.

Il caso risale al settembre 2016 quando si tenne la sessione plenaria del Comune di Santa Cruz de Tenerife Riconobbe la bandiera nazionale delle Isole Canarie (quella con sette stelle verdi) come uno dei simboli del popolo canario e di conseguenza la innalzò vicino all'esterno dell'edificio, proprio di fronte alla facciata. Una decisione che suscitò polemiche ma che alla fine nel 2017 la Corte Superiore di Giustizia delle Isole Canarie finì per dare ragione al consiglio comunale, vedendo l'uso del simbolo non ufficiale come un fatto perfettamente contemplato nel quadro della legalità istituzionale spagnola.

Vediamo ancora una volta che il Supremo segue le linee guida dell'estrema destra e si piega al mandato dell' Vox, che sostiene che l'unica bandiera che dovrebbe sventolare è quella spagnola.

Recuperiamo il Video del World Pride Madrid con Manuela Carmena di fronte a Città di Madrid, appena tre anni fa.

Cosa accadrà il prossimo 28 giugno? I Comuni oseranno sfidare la Corte Suprema? La sentenza verrà impugnata? E come reagiremo? 

Le reazioni alla sentenza della Corte Suprema

Comunicato del Consiglio Nazionale LGBTI della Catalogna (2 giugno 2020)

Comunicare cc CNLGBTI sulla deliberazione suprema

Traduzione:

Barcellona, ​​2 giugno 2020

Alla luce della decisione della Corte Suprema che vieta l'esposizione di bandiere “non ufficiali” nei municipi e negli edifici pubblici, dal Consell Nazionale LGBTI denunciamo quello che consideriamo un nuovo attacco alla libertà di espressione da parte di una leadership giudiziaria sempre più piegata sulla sua posizione risoluzioni verso posizioni retrograde e fondamentaliste, una leadership giudiziaria che, non dimentichiamo, avrebbe dovuto essere rinnovata secondo la legge che pretendono di tutelare, qualche anno fa. Impedire ai consigli comunali di esporre la bandiera Arcobaleno, simbolo dei diritti LGBTI nel mondo, riteniamo violi il diritto di espressione della società nel suo complesso, poiché, sotto la tutela di una presunta “neutralità” istituzionale, si rileva un tentativo di uniformità e mettere a tacere ogni tipo di diversità e dissenso. Per questo motivo, invitiamo il Congresso dei Deputati e la Corte Costituzionale a modificare e correggere, sia sul versante legislativo che sul secondo, una sentenza che riteniamo del tutto aberrante e incompatibile con la libertà di espressione delle persone. Allo stesso modo, chiediamo a tutti i consigli comunali della Catalogna che il 28 giugno, Giornata internazionale della liberazione LGBTI, cerchino formule fantasiose per rendere evidente pubblicamente il loro impegno nella lotta per i diritti delle persone LGBTI. Dobbiamo continuare a lottare per una società pienamente democratica e impedire che qualsiasi tribunale continui a limitare la libertà di espressione. CC Consiglio Nazionale LGBTI.

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