Il trans-pasticcio del Partito Femminista

Lidia Falcone Il trans-pasticcio del Partito Femminista

Dopo aver equiparato in un tweet le donne trans a “puttane, magnaccia e acquirenti di bambini”, il Partito Femminista ritratta una dichiarazione firmata da Lidia Falcón, la sua presidente.

GAYLES.TV.- È difficile affrontare il caos tra i Partito Femminista, Piattaforma Trans e ALEAS-IU senza personalizzare la cosa, ma è quello Lidia Falcone Per noi è davvero complicato. Proviamo allora a disporre gli eventi in ordine cronologico.

Sabato scorso la Istituto 25M, Collegato a Possiamo, ha organizzato un evento in cui l'accademico transfemminista Sam Fernandez ha parlato di femminismo. Ad un certo punto del suo discorso ha affermato che il femminismo “Devi rischiare il tuo soggetto” riconoscere la presenza delle donne transessuali all’interno del movimento femminista. I social network hanno cominciato automaticamente a sputare messaggi di odio che negavano alle donne transessuali il sesso sentito e vissuto, soprattutto dall'esterno TERF (femminista radicale transesclusiva), un gruppo di gruppi femministi transfobici e il Partito Femminista, membro della formazione della Sinistra Unita. L'ultima goccia tra i tanti messaggi transfobici pubblicati sull'account Twitter del partito guidato da Lidia Falcón è stata quella già rimossa a causa delle pressioni social ricevute e che recitava così:

  • “Perderemo i nostri obiettivi se diamo loro spazio per la loro guerriglia contro le persone trans, i magnaccia, i puttanieri e gli acquirenti di bambini. Qui i diritti umani non vengono né negoziati né discussi. "Lasciamo che combattano tra loro, che è quello che vogliono che facciamo."

Ole, ole e ole, così, senza anestesia, senza vergogna, senza criteri e oserei dire senza ideologia, sì, signora Falcón, senza ideologia, anche se nel comunicato pubblicato quando fu minacciata di espulsione da Izquierda Unida , Ti vanti delle piccole battaglie combattute in difesa di tutti gli emarginati e oppressi del pianeta Terra. Come se incarnassi la sinistra e il femminismo di questo paese, per non parlare del mondo, andiamo. La frase viene letta fino a 3 volte "me stessa" nel testo intitolato “Comunicazione del Partito Femminista di Spagna sui tweet diffusi a suo nome”Che ego, signora Presidente!

Ma non perdiamo il filo. Il punto è che le dichiarazioni “transfobico e offensivo” espressa dal Partito Femminista, ha infiammato gli animi della coalizione IU che chiedeva una “rettifica immediata e pubblica affinché la persecuzione che il Partito Femminista attua nei confronti del gruppo di persone trans e dell’intera comunità LGTBI cessi una volta per tutte, contraddicendo sia i principi di Izquierda Unida che il suo programma elettorale”. Cioè tradotto sarebbe: “Lidia, o abiuri o potresti essere espulsa dalla coalizione per “commissione di reati dovuti alla LGTBIfobia”.

E cosa ha fatto Falcon? Ritrattare? Piuttosto, è stato “rappresentato”. Innanzitutto lasciare con il culo per aria la poveretta che ha scritto il tweet affermando ciò “non era autorizzata a farlo e non si è consultata con la direzione del partito”  (cioè con Lidia). Il titolo stesso della dichiarazione è incoerente perché cosa significa? “i tweet che sono stati diffusi a loro nome (del Partito Femminista)”? Ma sono stati pubblicati sull'account Twitter del Partito! Un po' di serietà, per favore. Da lì il testo è un'elegia alla lotta portata avanti dal suo partito e un bla bla bla di yo yo yo in cui osa addirittura menzionare Pedro Zerolo: “Come ha riconosciuto Pedro Zerolo, il Movimento Femminista è stato il principale difensore e sostenitore della difesa dei diritti degli omosessuali, in cui sono in prima fila ME STESSA e il Partito Femminista”. Ma vediamo: il Movimento Femminista non è incarnato solo da te, né da te né dal gruppo di transfobi che ha aggredito Sam Fernández, il femminismo non è proprietà esclusiva delle militanti di organizzazioni, partiti e coalizioni, il femminismo è negli istituti, in nelle aziende, nelle strade, nel collettivo LGTBI, sì, signora Falcón, anche nel collettivo, nelle migliaia di lesbiche e transessuali che sostengono le rivendicazioni femministe.

Abbiate fiducia, signora Presidente, abbiate fiducia nelle giovani donne che si fanno strada in questa lotta per i diritti di tutti e diamo loro con generosità la testimonianza che chiedono. Sono “nani sulle spalle di giganti” e sicuramente vedono molto più lontano di noi.

Fuentes: lavozdelsur.es, www.lacerca.com, partyfeminista.es

fotografia: Canalsur (La Memoria)

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