Un abbraccio contro l'omofobia

Un abbraccio contro l'omofobia

Da qualche giorno circola su internet un video: «Primo abbraccio gay (Un esperimento omofobo)«, in cui 15 persone sono invitate chiaramente omofobi abbracciare uno sconosciuto, con la particolarità che quella persona sconosciuta è gay o lesbica. Il risultato è sorprendente. Poco importa che i dialoghi vengano compresi o meno, il gesto parla da solo.

In un primo momento il pregiudizi, le paure, la confusione, insomma il “a priori”, cioè ciò che in un certo senso importante è indipendente dall'esperienza. Perché quando facciamo esperienza e dialoghiamo, quando ascoltiamo l'altro, quando ci tocchiamo o semplicemente ci mettiamo nei panni dell'altro pregiudizio e paura si fondono come la neve nel calore di un abbraccio. E così scopriamo che può esserci un “a posteriori” dello sguardo, della parola, del contatto, che rompe tutti i nostri schemi e ci avvicina a ciò che è più essenziale.

Perché il contrario dell'amore Non è odio, è il miodo. Paura di ciò che non conosciamo, di ciò che è diverso, di vederci rubati i riferimenti, di rimanere senza argomenti. Gli armadi devono essere rotti dall'interno e dall'esterno affinché l’uguaglianza non avvenga solo nell’ambito della legge e il rispetto nasca dalla capacità di mettersi nei panni dell’altro. Allora smetteremo di vedere giganti dove ci sono solo mulini.

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