Rubén García, calciatore atipico impegnato nel collettivo LGTBIQ+

Rubén García, calciatore atipico impegnato nel collettivo LGTBIQ+ Rubén García, calciatore atipico impegnato nel collettivo LGTBIQ+

Rubén García: «Mi esplode la testa perché non è normale che a un uomo piaccia un altro uomo»

Sono pochi i giocatori con il coraggio e le convinzioni sociali del giocatore della Osasuna Ruben Garcia. Non è la prima né sarà l'ultima volta che il giocatore prende posizione e difende la squadra LGTBIQ +. In una dichiarazione prima la seconda semifinale del Supercopa della Spagna, ha detto al giornale ABC «Mi esplode la testa pensando che non è normale che a un uomo piaccia un altro uomo. Ti direi di più. Sono negativamente sorpreso che i colleghi non ne parlino. Potremmo fare un passo avanti«.

Riconosce che"Avrei preferito godermi la Supercoppa con i miei tifosi» ed è ben consapevole che i calciatori hanno «un altoparlante molto potente e devi approfittarne. Molti calciatori non sono consapevoli della capacità che hanno di aiutare a livello sociale.»

Rubén García, calciatore atipico impegnato nel collettivo LGTBIQ+L'attentatore dell'Osasuna rivendica l'uguaglianza sociale e di genere. Nelle dichiarazioni del 2020 lo aveva già fatto quando riconosceva che “Se nessun calciatore ha fatto coming out forse è perché ha paura.”. Ora torna su un argomento sul quale è impegnato: «La mia testa esplode quando vedo persone che hanno paura di aver conquistato quei diritti, perché è normale che ognuno ami chi vuole. Non avrei parole da dire a quelle persone. Mi sembra inutile cercare di convincerli. Siamo a un punto in cui questo problema è già diventato qualcosa di così normale che mi è difficile pensare che ci siano persone che non lo rispettino.«.

Silenzio e paura, un binomio paralizzante

Associa il silenzio del mondo del calcio sull'omosessualità alla paura: «È paura. Il calcio è associato al macho, alla mascolinità, alla forza... Suppongo che gli omosessuali avranno paura e cosa diranno se dico che mi piacciono gli uomini. Se un collega mi dice che è omosessuale, allora sono felice. Ma ci sono compagni di squadra che mi hanno detto che non saprebbero cosa fare nello spogliatoio se succedesse una cosa del genere. Ma in che mondo viviamo? Dobbiamo normalizzarlo«.

per fortuna Ruben Garcia Non ha paura né resta in silenzio. Twitta la bandiera LGTBI Nel Pride Day, gioca con le tue unghie dipinte di viola 8-M oppure è stato l'unico a difendere minimamente il calcio femminile ("Noi calciatori dovremmo dargli più sostegno"). Ha subito insulti omofobi e critiche infinite per il suo sostegno al gruppo, ma è chiaro che i piccoli gesti, in un contesto ostile, contano doppio.

Rubén García, calciatore atipico impegnato nel collettivo LGTBIQ+

 

Fuentes: Il sestoABCLa Vanguardia

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