Entra la lettera con il sangue

Entra la lettera con il sangue

La rivista maschile austriaca Vangardist ha deciso di lanciare nella sua edizione di maggio una tiratura di copie stampate con inchiostro mescolato al sangue di tre persone infette dal virus dell'AIDS.

Sulla copertina si legge in lettere marroni: “Questa rivista è stata stampata con il sangue di persone sieropositive. Ora la questione è nelle tue mani”. Delle 18.000 copie totali tirate, 3.000 sono state destinate a questa iniziativa e ciascuna di esse arriva avvolta in un sacchetto di plastica sigillato con la scritta “Rompi il sigillo e rompi lo stigma”.
Rivista sull'HIV Gayles.tv
Il suo fondatore ed editore Carlos Andrés Gomez, imprenditore colombiano che da 5 anni promuove questo progetto editoriale, afferma che l'obiettivo di questa curiosa iniziativa è rompere gli stigmi sociali e i pregiudizi che ancora esistono nei confronti delle persone portatrici del virus e che molti giustificano con l'aumento dei casi di contagio negli ultimi tempi a causa di un certo rilassamento e della percezione che l'AIDS abbia già una cura.
Carlos Andrés Gómez Gayles.tv
Per stampare la rivista è stato necessario seguire severi controlli sanitari per garantire che non ci fosse rischio di contagio per i lettori. All'inizio non trovarono laboratori disposti a processare e sterilizzare il sangue dei donatori, alla fine L'Università di Medicina di Innsbruck in Austria ha accettato la sfida.

Il passo successivo è stato trovare una tipografia disposta a far entrare in contatto le sue macchine con il sangue delle persone infette dal virus. Tutte le grandi aziende rifiutarono la proposta e solo una piccola tipografia, Forum Donau Druck, ha finito per offrirsi di fare il lavoro dopo aver superato una certa riluttanza. L'imprenditore ha svolto personalmente l'incarico in un unico turno notturno.
Vangardista Gayles.tv
La rivista racconta la storia di tre donatori che hanno la particolarità di posizionarsi diversamente contro il contagio. Dalla piena accettazione del Wyndham Mead, un omosessuale di 26 anni della California, all'anonimato di un uomo eterosessuale recentemente contagiato che non ha ancora accettato pubblicamente la sua situazione. Il trio chiude Wiltrut Stefaned, una donna austriaca contagiata da un ex marito violento. Attualmente ha una relazione lunga e felice con un uomo non infetto.

Nonostante alcuni media abbiano definito grottesca l'iniziativa, la convinzione del direttore è chiara: “Vogliamo che la gente tenga in mano la rivista e faccia un confronto interno. Non c'è niente di sbagliato nel toccarla, nell'avvicinarsi a lei, nel conoscerla, non più di quanto ci sia qualcosa di sbagliato in qualcuno che è sieropositivo.".

L'idea è che alcuni numeri della rivista vengano presto venduti per raccogliere fondi per aiutare la lotta alla diffusione del virus.

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