Machismo nel “Paese delle Meraviglie”

transfemminismo Machismo nel “Paese delle Meraviglie”

EDITORIALE GAYLES.TV.-  Questo editoriale vuole riflettere sul machismo prevalente in molti media generalisti e non ci riferiamo solo a quelli che, per il loro posizionamento a destra, risultano in una parodia che rasenta il ridicolo, no. Stiamo parlando di quella forma di machismo sottile, presunto, quello che sembra inevitabile, quello che portiamo attaccato alla nostra pelle come il sudore di secoli, il sudore rancido di generazioni di donne oppresse e trascurate.
Il Paese
E questa riflessione nasce da un articolo pubblicato su "Paese" e firmato da una donna, Cristina Vazquez e più precisamente è causato da una prominente moquettevetonica del testo che ci ha lasciato di stucco. Perché, pur sapendo che la linea editoriale di “El País” non è più quella di un tempo, di quel giornale resta poco o niente Rush che si è affermato come custode della democrazia e tempio delle libertà; proprio mentre assistiamo alla fuga di cervelli e giudizi da parte di un team editoriale che ha insegnato a pensare a un'intera generazione. Nonostante tutto questo, una giornalista donna evidenzia la seguente frase:

"A sei anni, María ha ben chiaro che da grande non vuole, come i suoi fratelli, essere un'astronauta, un'inventrice o un supereroe, ma piuttosto una ragazza."

Francamente, ciò ci provoca una profonda tristezza, per non parlare del disappunto per il fatto che la firmataria sia una donna e che i media siano presumibilmente progressisti. Il motivo per cui citiamo qui quel frammento è che fa parte di un testo sui minori e sulla transessualità, il titolo recita: «Speranza per i bambini transessuali: “Quando sarò grande mi chiamerò María”. Vedremo. È difficile credere che María, a 6 anni, abbia espresso quel pensiero, è ancora più difficile pensare che nella conversazione con la bambina non abbia detto nulla di più interessante da evidenziare e comunque, se sì, cosa una grande occasione persa dal giornalista per approfittare dell'occasione per ricordarlo a Mary Che tu sia un ragazzo o una ragazza, puoi essere quello che vuoi: uno scienziato, un astronauta, un supereroe o anche un giornalista..

E qui ci troviamo di fronte a un altro dilemma, quello del trattamento che viene riservato nei media alla questione dei minori transessuali in un momento in cui la società è particolarmente sensibile al tema e in cui è così pericoloso ricorrere ai luoghi comuni che abbondano. negli stereotipi e nel semplicismo delle classificazioni binarie, come lo stracciarsi le vesti con posizioni massimaliste che non aiutano la società a raggiungere una realtà in gran parte sconosciuta. Ma questa è una storia diversa.

fonte: Il Paese

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