Jordi Petit, “altri 25 anni”

Jordi Petit, “altri 25 anni”

EDITORIALE.- Se la scorsa settimana abbiamo concesso il nostro spazio editoriale a un gruppo di studenti che ci hanno raccontato la nostra storia, oggi è un protagonista di quel tempo che lo occupa. È stato appena ristampato “Altri 25 anni”, libro pubblicato nel 2003 dallo storico attivista gay Jordi Petit, che ripercorre, con la prospettiva del passare del tempo, ciò che la storia del movimento LGBT in Spagna ha regalato negli ultimi 25 anni.

Ma questo libro è molto più di un semplice diario di bordo della lotta omosessuale. “Altri 25 anni” è uno sguardo lucido sugli eventi che hanno segnato la vita di tanti milioni di persone, eventi che ci hanno portato dall’euforia al collasso per rialzarci e risorgere in questo momento di pienezza che permea l’oggi.

Come un artigiano al telaio, Petit sceglie quei fili della storia che rappresenterebbero un cambiamento radicale in ciò che stavamo vivendo e nel modo in cui lo stavamo vivendo. Perché quando il rubacuori per eccellenza, il volto più maschile del grande schermo, Rock Hudson annuncia il 25 luglio 1985 di essere malato di AIDS e di essere stanco di fingere una vita che non fosse la sua, qualcosa emerge in tutte le coscienze. Due mesi dopo, la sua morte seppellì con palate di paura e condanne stigmatizzanti il ​​partito di liberazione gay di cui avevamo appena cominciato a godere. Come Petit riassume in una frase lapidaria: “E all’improvviso la festa finì…”

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Cominciarono anni duri, di ignoranza, di condanne, di assunzioni, di funerali e addii, di incomprensioni. Ma quelli furono anche gli anni in cui i legami si rafforzarono, lavorammo fianco a fianco per solidarietà, alzammo la testa con orgoglio e accumulammo conoscenze sufficienti per diventare il sostegno di cui l’intera società ebbe bisogno il giorno in cui si ipotizzò che l’AIDS , non era solo una questione di “drogati e froci”.

Sono passati 30 anni, lasciati alle spalle 25 milioni di morti e 42 milioni di persone contagiate dal virus, ma anche oggi persiste lo stigma e l’invisibilità dei contagi. Qualcosa che, sommato ai progressi della ricerca che hanno trasformato l’AIDS in una malattia cronica, anche se non esente da conseguenze, ha causato un certo allentamento dei costumi e il ritorno di pratiche a rischio che innescano le statistiche dei contagi.

Jordi Petit ci racconta tutto questo nel suo libro partendo dall'esperienza, dalla comprensione e dalla tenerezza, in un racconto ricco di aneddoti che fornisce una visione necessaria della nostra storia dal di dentro, da parte di coloro che ne sono stati protagonisti.

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